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PESCARA

   

Pescara oggi ha perso le vestigia del suo passato, nella città oggi si respira "aria di frontiera", è una città impaziente, ansiosa, fervida, sempre febbrilmente protesa in una perpetua fuga in avanti; non tanto a darsi una fisionomia o un assetto definitivo, ma a "saziare la propria fama di crescita". Questa fuga non le ha permesso di guardarsi indietro, neppure per riconoscersi, ma il suo passato, al contrario di quanto si pensa, è incredibilmente antico Il ritrovamento di reperti archeologici datano l’origine della città al 1600 a.C.. Questo piccolo borgo vestino alla foce del fiume da cui prese il nome Aternum (dal fiume Aternus). Conquistata dai Romani fu ribattezzata Ostia Aternum. Con le invasioni barbariche arrivarono sul territorio Bizantini e Longobardi. Questi ultimi mutarono il nome della città in Piscaria, derivato secondo alcuni dall’abbondanza delle risorse che offriva il mare antistante. Secondo altri, dal nome di un’isoletta che sorgeva alla foce del fiume: "Insula Piscaria", rifugio di pescatori. Ma molto probabilmente l’etimologia del toponimo è legata al "lacus salinarum et Piscaria" nome attribuito alla zona lacustre a sud-ovest dell’abitato, sede allora delle saline.

Si susseguirono poi numerose dominazioni: Svevi, Angioini, Aragonesi, fino al secolo XV, quando si affermò la signoria dei D’Avalos-D’Aquino, che furono riconfermati al potere nel secolo XVI, ad opera di Carlo V che assegnò il possesso della città a Ferrante D’Avalos. Le notizie riguardanti i secoli della dominazione spagnola (secoli XVI-XVIII) sono scarse e frammentarie. Nel periodo risorgimentale fu sottomessa al dominio dei Borboni che istituirono nella città il famigerato bagno: "Piuttosto una catacomba che un carcere" (Clemente De Caesaris). Solo il passaggio liberatore di Garibaldi riuscì a liberarla dal giogo borbonico. La sua posizione strategica, che già in epoche passate era stata

oggetto di contesa porta Vittorio Emanuele II, in visita alla città, ad esclamare: "Che bel posto per una grande città ... nel giro di un secolo qui sorgerà la più grande città degli Abruzzi". Era il 1863 e la previsione era destinata ad avverarsi. Da un’antica dualità o rivalità tra due piccoli centri: Pescara (attuale zona sud) e Castellammare (attuale zona nord), da sempre divise dal fiume, l’una artigianale e popolare, l’altra borghese e signorile, nel 1927, in seguito alla fusione, nasce Pescara, già da tempo vivamente promossa dal D’Annunzio.


 

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