"..Un pò di sole scende sulla città natale,
le grandi radici della notte
crescono d'improvviso dalla sua anima
e tornano fuori le cose in lei nascoste,
e così un popolo pallido e azzurro
nato appena da te si nutre....."
Antichi abitatori del
territorio chietino furono i Marrucini, una tribù
derivata dal ceppo sabellico. La loro capitale era "Teate"
unico centro importante del territorio. L’antica
Chieti (Teate, appunto) fu costretta ad una
onorevole pace con i Romani poco dopo il 304 a.C.
Per la città ebbe così inizio un periodo di
progressivo sviluppo contrassegnato dal sorgere di
edifici religiosi e civili. Nell’epoca della guerra
tra Goti e Bizantini Teate subì più di una
invasione, mentre i Longobardi l'annessero al ducato
di Benevento. Sotto gli Svevi prima e sotto gli
Angioini e gli Aragonesi poi. Chieti conservò i
privilegi ottenuti dai Normanni, soprattutto
rispetto alla potente L’Aquila. Un importante
avvenimento storico la vide
La città di Chieti vista dall'alto |
protagonista nel
1524: il vescovo Gian Pietro Carafa vi istituì
l’Ordine religioso dei Teatini, che avrebbe dato un
importante contributo alla Chiesa della
Controriforma. Due anni dopo la Cattedrale
veniva riconosciuta chiesa metropolitana, avente
quali suffraganee quelle di Lanciano. Penne, Atri.
Un duro colpo fu invece la decisione presa dal Regio
Fisco nel 1646 di vendere la città al duca di Castel
di Sangro per 170 mila ducati. I cittadini
promossero una sollevazione di tale portata che
nemmeno un anno dopo la vendita venne annullata.
Da qualunque parte si arrivi a Chieti, è bene
iniziare la passeggiata partendo dalla Villa
Comunale, un giardino disegnato a metà Ottocento,
con piante secolari e rare e monumenti pregevoli. Al
centro si erge Villa Frigery, edificio
neoclassico, oggi sede del Museo Nazionale
La chiesa della SS Trinità e il mercato
di Porta Pescara |
Archeologico di Abruzzo in cui, tra molti altri
reperti della civiltà italica, primeggia il
“Guerriero dì Capestrano". Del periodo romano si
conservano molte vestigia. L’antica Teate si era
arricchita infatti durante l'Impero di monumenti,
dei quali sono rimasti ruderi importanti, mentre dal
suo territorio sono venuti alla luce sculture,vasi,
suppellettili, testimonianza di uno sviluppo
avanzato. Giunti a Piazza Trento e Trieste, nota
come Piazza della Trinità, dalla chiesa seicentesca
che vi prospetta. si sale per la via Zecca, uno dei
due assi viari della città romana, con via Ravizza.
Intorno a queste strade si sviluppa il rione della
Civitella, con
imponenti
resti
archeologici: Teatro Romano, Anfiteatro, Cisterne.
Sulla sommità del colle si erge la trecentesca
chiesa del Carmine, antica badia celestina, con
l’elegante portale del 1321. da cui si ammira un
vasto panorama che comprende i massicci montuosi più
elevati dell’Appennino centrale e un ampio scorcio
del Mare Adriatico. Tornati a piazza della Trinità,
si imbocca il corso Marruccino, la principale
arteria cittadina sul cui percorso si allinea una
serie di decorosi edifici di stile umbertino. Di
grande rilievo urbanistico appare largo Giambattista
Vico, con l’eclettico Palazzo della Camera di
Commercio, il Palazzetto Fasoli dalla leggiadria
rococò, e il monumentale complesso della chiesa di
San Domenico con annesso Collegio degli Scolopì,
castigata opera barocca di scuola romana, voluta da
San Giuseppe Calasanzio in persona. Attualmente vi
hanno sede il liceo Ginnasio Giambattista Vico e il
Convitto Nazionale omonimo. Poco distante da questa
piazzetta si apre il Largo dei templi Romani,
l’antico Foro Romano, con notevoli avanzi di tre
templi del I secolo. d.C. Ripresa la passeggiata sul
Corso, si incontra Palazzo Majo, grandioso edificio
barocco realizzato tra il Seicento e l’Ottocento,
secondo modelli coevi napoletani. Alla scuola
barocca partenopea va riferito anche Palazzo Durini
nella vicinissima piazzetta Barbella, con una bella
scala a doppia rampa. Quindi si succedono i solenni
porticati del Banco di Napoli e dell’Amministrazione
Provinciale, con eleganti negozi liberty e lo
storico Caffe Vittoria, tradizionale ritrovo
cittadino. Infine piazza Valignani, detta "Il Pozzo"
su cui guardano gli edifici della Banca d'Italia,
del Palazzo Arcivescovile, con la torre menata del
1470, e del Teatro Marrucino. Quest’ultimo,
costruito sull’area della sconsacrata Chiesa dei
Santi Stefano e Ignazio, costituisce un prezioso
esempio di architettura teatrale classicistica.
Oltre ad un acustica perfetta, vanta un glorioso
passato e da circa due secoli è la più importante
istituzione culturale teatina. Adiacente
al teatro sorge il Palazzo Martinetti-Bianchi già
Collegio dei Gesuiti. Nelle sue sale più
rappresentative, alcune delle quali affrescate nel
1796 da Giacinto Diana, è il Museo Costantino
Barbella. Una ricca collezione di opere d’arte
abruzzesi (interessante la serie di tele di
Francesco Paolo Michetti e delle terrecotte di
Costantino Barbella); al piano
Il campanile di S.Giustino |
terra, sotto il portico del solenne chiostro, ha
sede il Ristorante Venturini, famoso per la cucina
locale. Proseguendo per la via De Lollis. si
incontrano numerosi palazzetti seicenteschi,
notevoli soprattutto il Palazzo De Lollis Carusi e
il Palazzo De Sanctis Ricciardone, con eleganti
scaloni e ambienti decorati nel secolo XVIII. In
fondo alla via si trova piazza Matteotti, con bella
vista della Maiella. Nelle vicinanze si trova la
chiesa di Sant’Antonio Abate, dal rozzo portale del
1375 e l’arioso interno neoclassico. Di gran lunga
più meritevole di attenzione è la vicina chiesa di
San Giovanni Battista, oggi cappella delle Case di
Riposo. La prima pietra venne posta nel 1584 e fu
consacrata nel 1605. Restaurata e ingrandita nel
1704, custodisce monumentali altari lignei
intagliati da frati cappuccini e numerose tele
rinascimentali di scuola veneta. Tornati a piazza
Matteotti, si imbocca via Arniense, nobile
rettilineo con sobri edifici sei - settecenteschi,
come il Palazzo De Horatiis (1783) e il severo
Monastero di Santa Chiara (secolo XVII): una visita
attenta va riservata alla chiesa fondata nel 1644.
Decorata fastosamente, possiede sontuosi arredi e
dipinti barocchi di buona scuola napoletana (due
pale appartengono a Giambattista Spinelli). Alla
fine della via Arniense, all’incrocio con il corso
Marrucino e via Toppi, si innalza il Palazzo del
Seminario Arcivescovile, imponente edificio la cui
costruzione ha impegnato energie artistiche e
risorse economiche dell’Arcidiocesi Teatina dal
Cinquecento al Settecento. Di fronte si apre a
colonnato l’Emiciclo della Pescheria, intelligente
soluzione urbanistica neoclassica. Piegando per via
Toppi, verso la torre di Palazzo Sanità dei Toppi,
si raggiunge il rione angioino di Porta Pescara e
Santa Maria. Il quartiere, voluto da Carlo II d’Angiò
e sistemato definitivamente dagli Aragonesi, appare
pittoresco e ricco di suggestivi monumenti. Porta
Pescara, addossata alla torre medievale dai merli
gigliati, ha un arco sestiacuto e immettente
Donatella, sul terrazzo prospiciente il Gran
Sasso, alla Civitella anno 2001
nell’assolato
slargo un tempo riservato ai tintori e ai ramai.
Questa è tra le piazze più suggestive di Chieti, per
il suo scenografico dislivello sottolineato da una
lunga scalinata e delimitato dalla porta neoclassica
realizzata alla fine del 1700. La Via degli
Agostiniani, che parte dalla Torre dei Toppi e
giunge allargo di Porta Santa Maria, prende nome
dall’antico Convento di Sant’Agostino, di cui
restano il chiostro trecentesco e la chiesa
trasformata in forme barocche nel 1750. Sulla via,
l’armonioso Palazzo Zambra (secolo XVIII) e Santa
Maria della Pietà. cappellina eretta nel
1625.
conferiscono al quartiere un grande decoro. Dalla
facciata di Sant’ Agostino si sviluppa via Vicoli,
quasi interamente occupata dal grandioso Palazzo
Siciliani D’Alaneto (secolo XVIII), sede della
Facoltà di Farmacia. Nell’attigua piazzetta di Sant’Agata.
il gotico portalino della chiesa omonima, ricorda il
dominio angìoino. Sempre da Sant’Agostino, risalendo
per via Crociferi, si ammira lo scenografico sfondo
del Seminario Arcivescovile e dell’abside della
Cattedrale. Tornati nella Pescheria, e lasciata alle
spalle la mossa facciata della Santissima Annunziata
(1330-1750). si riprende il corso Marrucino, per
incontrare subito la chiesa di San Francesco
d’Assisi. Seconda solo alla Cattedrale per vetustà e
dimensione, è preziosa per l’alta cupola emisferica
risalente ai primi del 1700 e per il raffinato
decoro pittorico a “trompe l’oeil”. Di fronte alla
scala della chiesa francescana. si impenna via
Giovanni Chiarini, la quale sbocca nella piazza
Grande, chiamata piazza San Giustino dal nome della
Cattedrale che ne occupa per intero uno dei lati
maggiori. Sul vasto slargo trapezoidale, denominato
Colle Gallo in età romana, si schierano gli storici
simboli del potere cittadino il neogotico Palazzo di
Giustizia, per secoli sede della “Regia Udienza”,
somma Corte Giudiziaria Regionale, il Palazzo
Mezzanotte, il Palazzo Obletter del secolo XVIII,
testimonianza dell’ascesa sociale e politica della
borghesia mercantile, il Palazzo Municipale, già
dimora principale della più potente famiglia
cittadina, i Valignani (nel cortile su una colonna
romana è posta la statua bronzea di Achille, stemma
della città); e infine la Cattedrale. Sorta nel
secolo IX e ristrutturata nei secoli XI - XVI,
questa chiesa vide innalzarsi nel
1335
davanti alla
facciata il poderoso campanile, coperto nel 1498 da
maestranze lombarde con una svelta piramide
ottagonale. Dalla Piazza Grande, attraverso via
Pollione ornata dai bei edifici dei secoli XVI -
XVIII, si può raggiungere piazza Valignani, oppure
affacciarsi sulla circonvallazione, dietro il
Palazzo di Giustizia, per godere dello splendido
panorama del Gran Sasso e la vallata del Pescara,
dove, negli anni settanta, è andata crescendo la
Città Universitaria, forte di numerose facoltà
umanistiche e scientifiche. Ai piedi del Colle
Teatino. sul versante meridionale, l’interessante
complesso termale realizzato nel primo secolo dopo
Cristo sotto l’impero dei Flavi, richiede un’ora di
visita, I resti consistono nelle terme propriamente
dette e in una gigantesca cisterna, in nove navate
comunicanti tra loro, lunga 60 metri circa e
profonda
15
metri circa, Il
monumento è tra i più importanti del genere in tutta
l’area italica.